Alpe di Fanes

Il giro dell'alpe di Fanes è uno dei più noti delle Alpi, il percorso si snoda in un territorio praticamente integro in cui l'impatto umano é modesto ed é limitato alla rete viaria chiusa al traffico e in alcuni rifugi e poche malghe. La difficoltà del percorso é estrema sia per la distanza che per le caratteristiche del fondo stradale che in vari punti rende problematico il procedere. Infatti in salita ci si trova di fronte a brecciolino o ghiaia fine in cui le ruote affondano o a ghiaia più o meno grossa che rende problematica l'aderenza, per cui spesso si é costretti a ricercare la parti di strada più scorrevoli, se esistenti. Allo stesso modo tratti in discesa ghiaiosi in tutta la carreggiata costringono a grande attenzione per vari km come nella discesa dal passo Limo verso Cortina. Posteggiata la macchina a S.Vigilio si procede agevolmente su asfalto fino al rif Pederù di qui deviamo a destra e affrontiamo il passo Limo l'ascesa si presenta subito molto difficoltosa per la pendenza e per il fondo stradale sassoso o comunque incoerente, qualche fuoristrada di servizio ai rifugi sovrastanti ci supera, dopo i primi due km segue un tratto in lieve discesa o pianeggiante nei pressi del lago Piciodel, poi la strada riprende a salire in modo più contenuto fino al bv col rif Varella che raggiungiamo. Dopo una breve sosta ritorniamo al bivio e affrontiamo l'ultimo durissimo tratto per pendenza e fondo sconnesso che ci porta al passo Limo.
In breve siamo al lago Limo foto di rito e affrontiamo la discesa che per alcuni km é ghiaiosa in tutta la carreggiata costingendoci a tenere continuamente la mano sui freni. Arriviamo poi a una frana che superiamo, poi dopo un altro tratto in ripida discesa giungiamo alle cascate di Fanes. Una sosta è d'obbligo, quindi proseguiamo e terminata la discesa attraverso una pista forestale raggiungiamo S.Uberto e iniziamo la salita al rifugio Sennes. I primi tre km sono su asfalto il primo km è durissimo poi segue un tratto in falsopiano quindi un tratto in asfalto molto più impegnativo finché giungiamo alla Malga Ra Stua (1668m) e da qui riprende lo sterrato che dapprima é abbastanza agevole ma arriviamo poi ad un tratto di circa un km che per l'elevata pendenza( 15-18%) e per la presenza di ghiaia ci costringe a procedere a piedi per alcune centinaia di metri. Terminato questo tratto si procede poi verso il rifugio Sennes (2116m), da qui dopo alcuni saliscendi si raggiunge e supera il rifugio Fodara Vedla.La discesa che porta a Pederù é particolarmente ripida in alcuni tratti oltre al 20% e richiede grande prudenza. Attenzione al fondo cementato che in caso di pioggia, come é capitato a noi, può essere molto scivoloso.